Il tempo della vita e della morte: il Seicento (e il Novecento) tra arte, scienza e filosofia
a.a. 2024/25
Responsabile didattico: Simone Furlani
Periodo: secondo semestre
Durata: 28 ore
Programma:
Il Seicento è il secolo di Bernini, Caravaggio e di Guido Reni, ma anche di Artemisia Gentileschi; di Shakespeare, di Calderón de la Barca e di Gryphius; di Cartesio, di Spinoza, di Leibniz e di Newton. È il secolo in cui si affermano una concezione del tempo che lo intende come finito, misurabile e rappresentabile, e una concezione opposta che lo ritiene infinito, illimitato e ineffabile.
Nonostante alcuni solidissimi punti di riferimento, le interpretazioni dell’epoca barocca sono tutt’altro che univoche. Lo spirito del barocco tiene assieme crisi e consapevolezza, decadenza e comprensione razionale, disincanto e apertura, senso di morte e, proprio per questo, apprezzamento della vita, e sono esattamente le modalità non lineari di questo intreccio a riproporre costantemente l’“enigma barocco” nelle epoche successive.
Oscillando tra arte, teatro e filosofia, il corso prenderà in considerazione alcuni esempi e alcuni significati dell’estetica del Seicento e alcuni tentativi novecenteschi di definizione del paradigma ‘barocco’. Il corso finirà per incentrarsi su due volumi che, riprendendo e riattraversando alcuni autori del Seicento, sono diventati due classici dell’estetica e della filosofia contemporanea: il Dramma barocco tedesco di Walter Benjamin e La piega. Leibniz e il barocco di Gilles Deleuze